Un dietro le quinte di una delle industrie più controverse degli ultimi anni. Quella che ha dato origine ad uno dei trend musicale più seguiti del momento. La storia, l’evoluzione e la diffusione del fenomeno ‘K-pop’ e delle agenzie di intrattenimento che lo supportano e dalle quali provengono alcuni dei gruppi idol più conosciuti al mondo.
Prima di iniziare voglio però segnalarvi la presenza sul blog di altri articoli a riguardo a cui per altro farò riferimento in diverse occasioni.
La Storia e l’Evoluzione delle Agenzie K-Pop
Le agenzie di intrattenimento all’interno della scena musicale coreana sono state al centro di un rapido sviluppo, iniziato con la diffusione dell’Hallyu e della Korean Wave. Un’onda che tra ha travolto diversi settori e che ha portato il genere del K-pop ad avere una certa notorietà .
Al giorno d’oggi sono numerose le agenzie di intrattenimento che annualmente lanciano sul mercato nuovi gruppi, solisti cercando di raggiungere e persino superare obbiettivi e traguardi precedenti.
Questo è stato però frutto di un percorso, di cambiamenti. Etichette discografiche affermate come la SM o la JYP hanno dovuto investire nella loro immagine e modellarla per riuscire a cavalcare l’onda dell’Hallyu. Non solo, ma è stato fondamentale possedere una buona dose di spirito di intraprendenza.
Basti pensare all’attuale Hybe che è stata protagonista di una delle crescite più clamorose degli ultimi anni, espandendosi e arrivando a inglobare altre agenzie minori che sono passate sotto il suo controllo. Un tempo la si conosceva come Big Hit Entertainment e l’unico gruppo che apparentemente sembrava far parte della sua scuderia erano dei rookies, i Bangtan Boys, che non avevano ancora raggiunto la fama odierna.
Ad oggi non solo è riuscita a farsi strada in una realtà estremamente competitiva, ma conta alcuni dei gruppo, maschili e femminili, più in voga e popolare del momento come BTS, Enhypen, Lesserafim, New Jeans, Seventeen etc.
Un ulteriore fattore che è stato trampolino di lancio per molte agenzie, a partire dagli anni 2000 in poi è proprio il pubblico internazionale. Ampliare le proprie vedute e non limitarsi a considerare come target solo quello nazionale o del continente asiatico. Ed è proprio su questa scia che la maggior parte di loro ha iniziato gradualmente ad aprirsi, per esempio aumentando la quantità di contenuti sottotitolati. In lingua inglese in primis e poi in altre asiatiche, europee e non solo.
Quello che ad oggi sembra quasi dovuto, scontato, non lo era in passato. Se andassimo ad osservare realtà più limitate o agenzie più piccole (in dimensioni e influenza), ci accorgeremmo che anche in questi casi seppur con modalità o tempistiche diverse (più ridotte) si cerca di raggiungere un raggio d’azione il più ampio possibile.
Un altro esempio è la nascita di gruppi creati ad doc per essere inseriti nel mercato musicale (e non solo) internazionale, in maniera più specifica in quello americano. Basti pensare a gruppi come i SuperM. Oppure all’utilizzo sempre più massiccio e a volte dominante della lingua inglese nel K-pop.
Per non parlare poi del ‘welfare’ (passatemi il termine) che si è creato all’interno delle agenzie stesse. Infatti ultimamente sembra che la loro attenzione verso tematiche come salute mentale, ecosostenibilità , cibo organico etc… stia crescendo sempre più. Questo tenendo in considerazione che 10 anni fa probabilmente non si sarebbe nemmeno accennato alla possibilità di avere un qualsiasi tipo di supporto psicologico/emotivo per gli idol di un’agenzia. Erano veri e propri argomenti tabu (non che adesso non lo siano, la strada per fare è ancora molta).
Sempre più spesso cercano di dare una specifica immagine di sé, assolutamente voluta e creata per diventare indelebile nelle menti del pubblico. Qualcosa di unico, inequivocabile che le distingua le une dalle altre. Ecco che uno slogan, una particolare tecnica canora o un determinato atteggiamento possono diventare delle vere e proprie carte d’identità .
Allenamento e Sviluppo degli Artisti K-Pop
Per quanto riguarda invece ciò che accade dietro le quinte ad oggi abbiamo un’idea meno nebulosa di quella che anni fa si aveva del processo che sta alla base della creazione e debutto di artisti.
Sia per le numerose piattaforme social, conferenze, comunicati stampa e altre forme di comunicazione che con il tempo si sono sviluppate, sia per l’uso che le aziende fanno di quest’ultime. Il peso dei fan, nazionali e internazionali, è cresciuto a vista d’occhio. La decisione di tenerli informati e perfino coinvolgerli nel processo decisionale era (oserei direi) inevitabile.
Basti pensare a realtà come i survival show o quelli che le agenzie stesse lanciano per presentare al pubblico un possibile futuro gruppo in formazione. Ciò che colpisce sono sicuramente le modalità e la trappola, se così vogliamo chiamarla, emotiva/umana che si crea una volta affezionatasi a ragazzi/e che si segue, si vede crescere e non sempre coronare i propri sogni.
L’esempio più clamoroso è sicuramente Produce101 che ci ha donato gruppi come le IZONE, gli Wanna One, le IOI. Ha anche permesso di mettere a nudo i lati più oscuri e crudi del percorso per diventare idol. Paure, invidie, sofferenza, lacrime, sudore, fatica. Il tutto rafforzato da un audience tanto caloroso quanto gelido e spietato. Un audience che inizia ad avere una tale quantità di potere da diventare l’ultimo ostacolo che si frappone tra questi giovani e il loro debutto.
Il passo da lì è stato breve. Sempre più agenzie hanno iniziato a promuovere survival interni o collaborazioni con audizioni aperte e/o pubbliche. Basti pensare a gruppi come i Monsta X, gli IKON, i Winner, i Treasure e gli Stray Kids.
Uno degli aspetti più interessanti che si è scoperto essere alla base del cosiddetto periodo da trainee sono le ‘monthly evaluation‘. Compiti o valutazioni mensili, solitamente giudicate da un mix di coreografi e vocal coach, che hanno un peso significativo sulla line-up finale. Per non parlare del cosiddetto buskin(g): quella pratica per cui rookies o trainees si esibiscono in pubblico per i quartieri di Seoul (valutazione finale inclusa). Un’occasione per mettere alla prova le loro capacità e teamworking; così come accrescere la loro esposizione, costruire una fanbase etc.
Il Ruolo dei Produttori, dei Compositori e dei Coreografi
Come anticipato nel paragrafo precedente ci sono figure che accompagnano i trainee nel loro percorso, guidandoli e redarguendoli se necessario. Tanto i produttori come i compositori e i coreografi hanno un ruolo fondamentale all’interno delle agenzie di intrattenimento.
Prendono parte al processo decisionale, valutano i trainees, criticano in maniera costruttiva le loro performance, li aiutano a crescere come artisti. Vengono impartite lezioni di canto, ballo, recitazione, lingue (cinese, giapponese etc.). Una formazione a tutto tondo. Niente viene lasciato al caso.
L’Impatto delle Agenzie di Intrattenimento Coreane sulla Cultura Pop Globale
Negli ultimi anni soprattutto l’impatto di queste agenzie è cresciuto vertiginosamente e si è palesato a seguito dell’aumento di popolarità di gruppi k-pop come BTS, BlackPink etc.
Questo non solo ha un aumentato il loro peso economico, ma ha portato una buona parte di mondo a puntare lo sguardo verso una realtà che fino a quel punto era stata ignorata o non valorizzata. Il K-pop da genere di nicchia quale era sta diventando un vero e proprio fenomeno globale.
Tanto in Europa quando negli Stati Uniti sempre più spesso vengono organizzati festival e concerti come il Kcon all’insegna della musica pop coreana e dei suoi gruppi. Un momento di condivisione e d’incontro tra fan e idol.
Sfide e Controversie nell’Industria del K-Pop
Quello che però non manca sicuramente sono le controversie e le diverse dinamiche interne all’industria che sono spesso soggetto di critiche e incomprensioni.
Basti pensare al peso dei cosiddetti K-netz o alle diete folli a cui vengono sottoposti. Per non parlare di argomenti ancora tabu come la salute mentale oppure delle sasaeng e delle scene di mobbing agli aeroporti. Anche le dinamiche di potere non sono da meno. Sempre più spesso si è sentito parlare per esempio di gruppi maltrattati o abusati (psicologicamente e fisicamente) da figure adulte, manager e dirigenti. Tenendo per altro in considerazione l’età media e la presenza di minorenni.
Le sfide che devono affrontare non sono sicuramente poche così come i passi da dare per rendere l’industria dell’intrattenimento il meno distruttiva possibile.