Centro della cultura e delle tradizioni folkloristiche coreane, la città di Andong vanta il titolo di “Capital City of Korean Spiritual Culture“. Negli anni è riuscita a mantenere caratteristiche, stili di vita e usanze legate alla storia del paese. Ha inoltre contribuito ad una missione fondamentale: preservare il patrimonio culturale immateriale della Corea. Alla luce sopratutto del periodo in cui viviamo e dei rapidi cambiamenti di cui siamo stati protagonisti negli ultimi decenni. Ricordare diventa perciò qualcosa di essenziale.
Andong: Città delle Maschere Hahoe
Il passato e il presente sembrano mischiarsi e diventare un tutt’uno all’interno del villaggio di Andong. Sembra quasi essere la traduzione più pura del vero spirito coreano. Contenitore di tradizioni e di storie con un’età di più di 2000 anni.
In questa realtà così particolare e unica uno degli spezzati più conosciuti è sicuramente quello di Hahoe e delle sue maschere. Un villaggio storico, sulle sponde fiume Hwachon, la cui forma, secondo il pungsu, ricorda un fiore di loto. Dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2010, insieme al villaggio di Yangdong.
Con radici che affondano nel XIV-XV secolo, Hahoe è riflesso di una cultura fortemente legata al Confucianesimo. Diverse sono le strutture originali che si sono conservate come per esempio la scuola confuciana. Così come forme d’arte che si sono preservate e tramandate di generazione in generazione. Una tra le più conosciute è proprio Byeonlsin-gut ovvero una danza folkloristica, nonché rito sciamanico, che ha come protagonista le maschere coreane.
Maschere che possono avere sembianze umane, così come animalesche, di spiriti o divinità. Solitamente venivano utilizzate in occasioni specifiche come riti propiziatori, sciamanici, agli antenati, danze, rappresentazioni teatrali e riti esoterici.
Quelle di Hahoe in particolare non venivano né sotterrate né bruciate (come vorrebbe invece la tradizione), bensì protette nel santuario del villaggio. Proprio questa pratica ha permesso loro di conservarsi e arrivare intatte fino ai giorni nostri.
L’origine di queste maschere viene attribuita ad una giovane, Heo. Secondo la leggenda al ragazzo appare in sogno la divinità custode del villaggio che gli chiede di realizzare delle maschere. A seguito però di alcune tragiche vicende che lo vedono protagonista, Heo muore. Proprio per placare il suo spirito e quello della fanciulla a lui legato, gli abitanti iniziano ad adorare quest’ultima come divinità del villaggio, attraverso una danza rituale che prevede ben 11 maschere diverse.
Il Festival Maskdance di Andong
Dall’importanza delle maschere nella tradizione storica e culturale coreana (e del villaggio in questo caso specifico) nasce il cosiddetto Festival Maskdance di Andong. Un’occasione imperdibile per poter godere e vedere con i propri occhi performance, rituali e danze di quegli anni.
Se inizialmente nasce con un focus sulle maschere e la conservazione di questa pratica, ad oggi si erge come un evento internazionale, all’insegna della cultura della Maskdance (danza della maschera) del mondo.
Non solo come visitatori potrete testimoniare la stravaganza di maschere presenti in loco, ma anche una varietà di cerimonie come il Lotus Lantern, il Bonpae, rituali come lo Shamanist, perfino performance canore e di musica tradizionale. Un vera e propria giornata all’insegna del folklore coreano!
PS. Il festival ha luogo ogni anno nel periodo tra fine settembre ed inizio ottobre. Un pass giornaliero ha un costo di ₩5,000.
Gastronomia di Andong
Un altro degli aspetti fondamentali che Andong ha conservato e che permette ai visitatori di scoprire e provare è proprio la gastronomia tradizionale. Se siete nei paraggi non perdetevi assolutamente:
- Jjimdak – piatto a base di pollo, cucinato secondo l’Andong style
- lo sgombro salato alla griglia
- Heotjesabap – varietà di bibimbap, servito con salsa di soia e diversi tipi di namul (germogli di verdure), pesce alla griglia e pancake coreani.
- Andong soju e sikhye – bevande entrambe alcoliche
- Geonjin guksu – piatto a base a di noodle ( guksu )
Ciascuno dei piatti elencati possono essere trovati in uno qualsiasi dei numerosi ristoranti presenti in loco. Di seguito alcune proposte per stuzzicare la vostra curiosità (e palati).
- Andong Jjumdak Jongson, che propone diversi tipi di Andong Jjimdak
- Kkachi Gumeong Jib, specializzato nella preparazione del Heotjesabap
- Andong Godunga, specializzato nella preparazione dello sgombro
- Mammoth Bakery (panificio)
Il Ruolo dell’Educazione nella Preservazione Culturale
Diventa quindi fondamentale l’educazione come mezzo attraverso il quale questo patrimonio può non solo essere conservato, ma sopratutto tramandato. Affinché Andong e lo spirito coreano non rimangono un vago ricordo, ma qualcosa di indelebile nelle menti di ogni generazione.
Sono diverse le attività e le strutture che hanno a cuore questa missione. Primo fra tutti il Korean Studies Institute. Fondato nel 1995, questa fondazione non-profit è affiliata al Ministero della Cultura, lo Sport e il Turismo. Si occupa di ricerca, conservazione e raccolta di archivi sulla storia della Corea. Solitamente posseduti da privati che altrimenti sarebbero a rischio di danneggiamento con il passare del tempo.
Un’altra istituzione essenziale è l’Andong National University. L’università non solo offre un’ampia gamma di scelta ai suoi studenti, con diversi programmi undergraduate/graduate, ma anche corsi di lingua. Grazie sopratutto ad un personale altamente specializzato e diversi programmi linguistici, seminari ad hoc etc.
Sfide e Opportunità
Una delle sfide più importanti che il villaggio di Andong si è sempre posto è conservare nella memoria del popolo coreano un ricordo delle loro origini e del vero spirito di questo paese. Per riuscirci la strada che hanno percorso è stata in salita. E ancora oggi presenta ostacoli che a volte sembrano invalicabili. Come l’inesorabile passare del tempo che minaccia ogni giorno di più realtà come quella di Hahoe.
Per questo diventa essenziale partecipare, unirsi a questo sforzo collettivo. Preservare queste realtà. Non solo custodirle, ma diffondere informazioni a riguardo, educare chi ci circonda a questa pratica. Allenare noi stessi nella pratica del ricordo.
Ricordare chi ci ha preceduto per poter ricalcare i loro passi e inciderli per sempre sulle pareti delle nostre menti.