Navigare nell’intricato mondo della cultura aziendale coreana può essere un vero e proprio labirinto. Soprattutto se messa a confronto con la nostra. Le differenze non sono poche né tanto meno trascurabili. Abbiamo quindi deciso di dedicarvi un articolo sperando possa essere d’aiuto per chiunque decida o debba addentrarsi nel mercato del lavoro coreano!
First Impression – Il Primo Incontro
Le prime impressioni contano e per evitare di dare involontariamente quella sbagliata, ecco alcuni accorgimenti da seguire quando in ambito lavorativo vi capiterà di incontrare qualcuno per la prima volta. Queste regole si applicano a qualsiasi tipo di ‘first meeting’, sia che si tratti di un nuovo collega sia che si tratti di un compratore, un cliente o un partner d’affari.
Nonostante non sia obbligatorio sarebbe preferibile farsi presentare da una terza persona, qualcuno con delle connessioni in comune e che potrebbe fare da ‘ponte’ tra voi e il vostro interlocutore.
Nella cultura aziendale coreana fondamentale è l’utilizzo di una business card o biglietto da visita. Nonostante nel mondo occidentale non venga percepita allo stesso modo, la Corea, insieme ad altri paesi asiatici, considerano questi strumenti come una vera e propria carta d’identità. Per questo dovrebbe essere maneggiata con cura e mai messa da parte. Ricordatevi quindi di usare entrambe le mani sia nel porgerla che nel riceverla.
In parallelo a questa nozione, un’altra essenziale è quella di immagine e di status sociale. Anche per questo i biglietti da visita dovrebbero essere valutati attentamente; sono infatti indicate solitamente informazioni come il titolo o lo status del proprio interlocutore. Per una società, come quella coreana, in cui età, status e posizione possono influenzare il linguaggio utilizzato (Jeondaemal), è comprensibile l’atteggiamento precedentemente menzionato.
Per quanto riguarda invece il concetto di immagine, esso è legato a quello di reputazione, a ciò che ognuno di noi coltiva quotidianamente e presenta al mondo. Ebbene essa può essere soggetta ad attacchi, volontari e non. Per questo in paesi come la Corea, dove essa viene particolarmente valorizzata, sarebbe bene imparare metodi per evitare qualsiasi tipo di offesa e/o attacco (seppur involontario) all’immagine del proprio interlocutore.
Un esempio pratico di quello appena descritto potrebbe essere criticare qualcuno in modo pubblico, causando quello che in inglese si definisce ‘losing/lose face‘, letteralmente ‘perdere la faccia’. Oppure al contrario trattarlo con condiscendenza. E ancora formulare domande troppo dirette e decisive. I coreani preferiscono invece un approccio più graduale, sopratutto nel processo di decision making. Alla base vi è infatti il concetto di kibun (mood) che dovrebbe essere preservato, creando un ambiente armonioso in cui si possa dialogare. A tale scopo, rispetto reciproco e valorizzare in maniera sincera l’altra persona diventano fondamentali.
Un Business Meeting In Corea
Due settimane prima del meeting, si è soliti fissare un appuntamento. L’orario che viene solitamente prediletto per qualsiasi tipo di incontro di lavoro si aggira tra le 10 e le 12 oppure tra le 12 e le 14. Essere puntuali e rispettare gli accordi presi è fondamentale nonché un segno di profondo rispetto nei confronti dei vostri interlocutori e del futuro rapporto lavorativo o di partnership che si sta cercando di stabilire. Al contrario, cancellazioni improvvise potrebbero denotare una mancanza di reale interesse da parte vostra o del vostro interlocutore. Durante il primo incontro è per altro una pratica frequente nella cultura aziendale coreana scambiarsi dei doni. Viene considerato come una delle pratiche più basilari ed efficaci per avviare trattive in un ambiente il più sereno e cordiale possibile. Anche in questo caso, la regola prevede che si sia l’ospite ad offrirlo per primo e che il dono in questione debba essere ricevuto e/o porto con entrambe le mani. Inoltre, se possibile, sarebbe meglio accertarsi che essi siano all’incirca pari di valore. In questo modo non si creerà alcun tipo di imbarazzo o senso di inadeguatezza.
Per quanto riguarda invece eventuali comunicazioni da parte di entrambi le parti sarebbe adatto utilizzare non solo l’oralità, ma anche lettere o email. Nel business la lingua che spesso viene utilizzata è l’inglese. Tuttavia, non dovrebbe essere dato per scontato. Molte delle persone che lavorano in questo settore lo parlano fluentemente. Stabilito questo, vi consigliamo comunque di parlare piano, con un volume di voce moderato, evitando termini estremamente complicati ed esponendo le vostre idee/proposte in maniera chiara e semplice. Date ai vostri interlocutori il tempo di comprendere quello che state dicendo o in alternativa di tradurlo e spiegarlo al resto dei presenti. Un altro suggerimento potrebbe essere quello di ripetere sporadicamente i punti chiave che vorreste che si rimanessero indelebili nelle menti dei vostri destinatari. Infine, nonostante la lingua inglese possa fungere da ‘ponte linguistico’, imparare qualche espressione coreana, utilizzata nel business, sarebbe un segno di rispetto e ‘buona volontà’.
Linguaggio e Business
Il linguaggio che viene utilizzato è riflesso diretto dei valori e delle dinamiche intrinseche alla società coreana. In primis l’utilizzo di titoli e formalità che vengono tradotte con l’uso per esempio di desinenze finali come 입니다 più formali e adatte ad una situazione simile. Quando non si conosce il proprio interlocutore, per essere il più rispettosi possibile, non lasciate niente al caso. Non cercate di ‘indovinarne’ l’età, ma utilizzate direttamente formule che a prescindere denotano rispetto/autorità.
Come avevo anticipato precedentemente il ‘si/no’ nella lingua coreana è un aspetto particolare con cui è giusto famigliarizzarsi. Il termine coreano ‘si’ ovvero ‘ne’ viene in realtà utilizzato con un valore più simile al nostro ‘capisco’. Quello che stanno dicendo è che ‘cercheranno di fare del loro meglio’. Non equivale assolutamente all’accettare in modo assoluto quello che si sta proponendo o di cui si sta discutendo. Soprattutto tenendo in considerazione che il ‘no’ per i coreani, espresso in modo diretto, viene considerato al quanto scortese. Opteranno quindi per un’alternativa più indiretta, per esempio imponendo delle condizioni abbastanza limitanti.
Nomi e Titoli – Età e Status
Età, status e titolo sono fondamentali nella lingua coreano. Come già anticipato prima la lingua stessa è riflesso e da importanza a questi aspetti, distinguendo diversi livelli di formalità/informalità. Nel rivolgersi alla vostra controparte coreana, sarebbe bene utilizzare il suo titolo seguito dal nome di famiglia. A meno che non vi sia stato indicato diversamente. Anche l’abbigliamento gioca un ruolo importante: vestirsi in modo formale, con colori non appariscenti e limitare al minimo accessori e/o gioielli.
Un aspetto non trascurabile è il saluto. Inchino o stretta di mano? Ebbene, in un ambiente come questo anche la seconda è accettabile. Non sorprendetevi però se al primo incontro quest’ultima verrà realizzata a due mani e accompagnata da un inchino, segno di rispetto. Soprattutto in presenza di senior o persone di età superiore.
PS. Ricordatevi! Un invito a cena è un modo per sondare il territorio, un campo di prova per guadagnarvi la loro fiducia. Per questo, va SEMPRE accettato!