Donghak
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In questo articolo si parlerà di uno dei più celebri movimenti letterari e filosofici della Corea del Sud.

Il termine Donghak viene tradotto come “insegnamento orientale”, fondato sui principi del neoconfucianesimo coreano. L’eredità di questa rivoluzione si sente ancora oggi, con i valori, che sappiamo essere nella Penisola del Calmo Mattino, parte integrante della cultura.

Di seguito i primi passi di questa immensa rivoluzione.

La Breve Storia della Rivoluzione di Donghak

Il movimento fu fondato da Choe Jeu nel 1860 come protesta verso i modi e i costumi dell’Occidente, in particolare con il cattolicesimo. Nato con l’ideale di far rivivere gli ideali coreani di un tempo, si è a sua volta trasformato in una vera e propria religione, conosciuta come ceondoismo.

Con la sconfitta della Cina nella Guerra dell’Oppio, in Oriente si diffusero sempre di più le ideologie occidentali, generando un forte bisogno di cambiamento a livello sociale in una società considerata retrograda. Di conseguenza, ci fu una spaccatura tra chi credeva nell’innovazione, abbracciando le idee provenienti dall’altra parte del continente, e chi invece riteneva che tali innovazioni fossero un attacco alle tradizioni millenarie che avevano fondato l’Oriente, in particolare alla religione di Stato, il neoconfucianesimo, istituito durante la dinastia Joseon.

Choe Jeu, ricordato come il fondatore del movimento Donghak, scrisse un trattato in cui comparve per la prima volta il termine che avrebbe dato il nome a questa rivoluzione. In sostanza, egli rigettava il concetto di Dio cristiano e tutta la teologia cristiana, essendo profondamente preoccupato dall’introduzione dell’Occidente in Asia, e suggerì la necessità di introdurre la democrazia, i diritti umani e di evitare che la Corea venisse contaminata da ideologie estranee.

Insomma, un testo che andava completamente contro l’Occidente, ma che rappresenta una formidabile fonte di studio perché contiene anche elementi dello sciamanesimo coreano. Riscosse molto successo nei ceti “borghesi”: da un lato fu considerato giusto nel difendere le proprie origini, mentre dall’altro fu giudicato troppo radicale, tanto da portare, tra proteste e iniziative, alla decapitazione del suo fondatore nel 1864.

Approfondimenti sulla Rivoluzione di Donghak

Oltre a quanto già esposto, è importante sottolineare che il movimento Donghak si sviluppò come una risposta alle gravi ingiustizie sociali e alle oppressioni subite dai contadini coreani. Il suo fondatore, Choe Jeu, si ispirò non solo al neoconfucianesimo, ma anche a elementi di religiosità popolare e sciamanismo, elementi che contribuirono a formare un ideale di rinnovamento interamente orientale. L’obiettivo era quello di creare un sistema di valori basato sulla giustizia sociale, sull’uguaglianza e sul rispetto reciproco, in netto contrasto con l’ordine gerarchico e oppressivo della dinastia Joseon.

Il movimento guadagnò rapidamente consensi tra la popolazione rurale, che soffriva per le politiche inique e per l’iniquità fiscale imposte dall’élite governante. Il sostegno popolare fu così travolgente da sfociare in rivolte e sommosse, culminate in quella che è conosciuta come la Rivoluzione dei Contadini Donghak, scoppiata nel 1894. Questi eventi, sebbene brutalmente repressi con l’ausilio delle truppe giapponesi, ebbero un impatto profondo sul tessuto sociale coreano e posero le basi per le successive riforme modernizzatrici, evidenziando la necessità di un cambiamento radicale per porre fine alla corruzione e alle disuguaglianze.

Il movimento Donghak, inoltre, ha influenzato la nascita del ceondoismo, una religione che si proponeva di integrare i valori tradizionali coreani con idee di rinnovamento sociale e spirituale. Questo nuovo credo promuoveva la dignità umana e l’uguaglianza, e si pose come alternativa al modello cristiano e alle influenze occidentali che minacciavano di alterare l’identità culturale coreana.

Conclusione

In conclusione, si potrebbe dire che la rivoluzione Donghak ha segnato profondamente la storia e il pensiero della Corea del Sud, instaurando un legame di convivenza e rispetto reciproco che, in un certo senso, è parte integrante della filosofia originaria coreana. Il movimento, con la sua rivolta contro l’Occidente e il suo richiamo ai valori tradizionali, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale del Paese. Oggi, la sua eredità si riflette in molti aspetti della vita sociale coreana, dimostrando come l’antico spirito di rinnovamento e giustizia continui a influenzare il presente.

Questo argomento, come tanti altri, testimonia come la storia possa essere un ponte tra passato e presente, contribuendo a forgiare una società che, pur evolvendosi, non dimentica le proprie radici. La rivoluzione Donghak rimane una pietra miliare nella storia della Corea, un esempio di come il desiderio di giustizia e di rinnovamento possa scuotere le fondamenta di un intero sistema, aprendo la strada a un futuro più equo e consapevole.

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