
In altri paesi si è più liberi quando si tratta di queste cose. La Corea del Sud è ancora…Ad esempio, Rihanna o Beyoncé si sono esibite anche in gravidanza. Lei è ancora vista come Rihanna, capisci? La gente li vede come artisti
Recentemente, mi è capitato di vedere un segmento del talk show Naraesik dove la cantante solista Hwasa esprimeva la sua opinione su come la maternità e il matrimonio vengano percepiti dal pubblico, confrontandola con figure occidentali e sollevando così un tema abbastanza scottante e contemporaneo. Ogni anno sono diverse le coppie che per un motivo o per l’altro – honorable mention to Dispatch – vengono ‘svelate’ o forzate a fare una sorta di ‘coming out’ alternativo, in cui vengono messi in discussione la loro professionalità, il loro rapporto con i fan, il loro rispetto nei confronti di quest’ultimi. Questo articolo vuole essere un tentativo di riflessione su queste dinamiche, alla luce di avvenimenti e sviluppi che negli ultimi anni le hanno, a mio parere, confermate e ulteriormente solidificate.
Il prezzo della fama
La fama ha un prezzo che da sempre le celebrities in ogni parte del mondo hanno dovuto pagare. Le k-celebrities sono da sempre sotto i riflettori di un palcoscenico estremamente esigente e unforgiving. Un passo falso, agli occhi del loro pubblico, potrebbe portare al termine della loro carriera. Sono diversi gli esempi che si potrebbero fare a tal proposito: basti pensare a Seunghan, ex-membro dei Riize, B.I, ex-membro degli IKON o Soojin, ex-membro delle G-Idle. Voglio sottolineare che non si sta parlando dell’errore commesso o di una bravata adolescenziale, ma delle conseguenza che possono avere.
Nel panorama musicale occidentale così come in quello hollywoodiano situazioni simili sono all’ordine del giorno e non comportano reazioni così importanti. Diversi artisti e attori del calibro di Demi Lovato, Robbie Williams, Robert Downey Jr., Johnny Depp, hanno parlato apertamente delle loro dipendenze, senza ripercussioni dirette sulla loro carriera. Il divario è chiaro, legato forse ad una cultura e un mindset più rigoroso, meno tollerante, che si trasforma però in un cappio sul collo di molte k-celebrities che per una sigaretta fumata a 18 anni o un’accusa di bullismo scolastico, vedono anni di sacrifici dissolversi, in un attimo.
Il tabù del matrimonio e della maternità
Matrimonio e maternità sembrano rientrare tra quei passi falsi. Dei veri e propri tabù che hanno avuto conseguenze sulla carriera di diversi idols e k-actors, e che hanno cambiato la percezione che i fans avevano di loro. In un articolo del The Korea Times, lo psicologo Kwon Young-chan rivela come:
Numerose celebrità ritengono che il matrimonio comporti un calo di popolarità. Per loro, perdere popolarità significa perdere i fan che portano loro guadagni economici. Molti fans, soprattutto quelli giovani e non sposati, tendono a considerare le loro star come dream lovers. Quindi, una volta appreso che le celebrità sono sposate, possono facilmente allontanarsi.
Se personaggi del calibro di Rihanna hanno perfino svolto intere esibizioni durante la loro gravidanza, il cantante e membro degli EXO, Chen si è trovato ad essere attaccato, giudicato e disprezzato quando nel gennaio del 2020 ha annunciato la notizia del suo matrimonio nonché futura paternità. Un vero e proprio shit storm che ha colpito la sua carriera. Una macchia indelebile agli occhi di parte del sua fanbase che lo ha boicottato, esigendo che abbandonasse il gruppo.

Questo fenomeno colpisce tanto gli idol come la loro controparte femminile. Nonostante per quest’ultime si unisca anche una società e uno show business ancora fortemente maschilista. Quando nel luglio del 2019 Song Hye-kyo e Song Joong-ki divorziarono le ripercussioni e le reazioni dei k-nets furono diverse. In una delle dichiarazioni dell’agenzia della star 37enne, la UAA affermava
Il 25 luglio, l’agenzia dell’attrice Song Hye Kyo, la UAA, ha presentato Abbiamo presentato la prima denuncia alla stazione di polizia di Bundang per le persone contro cui abbiamo completato la raccolta di prove per quanto riguarda il comportamento maligno e diffamatorio, la diffusione di false voci e gli insulti espliciti. L’agenzia presenterà una denuncia per tutte le altre comunità, i commenti e gli YouTuber non appena avremo raccolto le prove una denuncia alla stazione di polizia di Bundang contro alcune persone che hanno chiaramente violato le leggi sulla diffamazione. (Le persone) continuano a creare e diffondere post privi di fondamento, insulti maligni e altre cose inimmaginabili sull’attrice Song Hye Kyo. Questo non solo ha superato il limite dell’accettabilità sociale, ma sta anche causando a (Song Hye Kyo) un dolore insopportabile.
Due pesi e due misure. E ancora nel 2024 l’attrice Park Shin Hye nel suo discorso di premiazione agli SBS Drama Award ha ringraziato i suoi fan per il loro amore incrollabile, anche dopo il matrimonio e la maternità. Come se fossero un motivo o una giustificazione per odiare qualcuno o smettere di supportarlo. Come se quel tifo incrollabile fosse quasi stato un sacrificio, un’eccezione alla regola, da parte dei suoi fans, che sono rimasti al suo fianco, nonostante tutto. Ma questo tutto cosa sarebbe?

Relazioni e scandali: il peso del giudizio
Relazioni e scandali amorosi sono all’ordine del giorno nel mondo delle k-celebrities. Entità come Dispatch svelano ogni anno decine di coppie famose, costringendo quindi le agenzie e gli interessati ad emettere un comunicato che confermi o smentisca il fatto. Ciò che sorprende tuttavia sono le dichiarazioni, o con più precisione, le scuse che gli idol sono soliti scrivere ai loro fans e postare su piattaforme come Weverse. Per esempio, a seguito dell’outing della relazione sentimentale tra l’attore Lee Jae Wook e la cantante e membro della Aespa Karina, quest’ultima ha dichiarato quanto segue
Innanzitutto, mi scuso per avervi sorpreso molto, e ho finito per [scrivere questo] in ritardo perché mi sento molto cauta nei confronti dei MYs, che devono essere rimasti molto sorpresi. So bene quanto debbano essere delusi i MYs che mi hanno sostenuto finora, e so anche che si sentono sconvolti ripensando alle cose che ci siamo detti. Mi dispiace ancora di più perché anch’io capisco fin troppo bene questi sentimenti. A partire da ora, voglio fare un buon lavoro per colmare i punti in cui i MYs sono stati feriti. Sono sempre stata sincera nei confronti dei MYs, e anche adesso ognuno di voi è davvero prezioso per me. Anche se questa lettera è troppo breve per esprimere tutti i miei sentimenti, vi ringrazio per averla letta. In futuro, voglio mostrarvi un lato più maturo, senza deludere i MYs, impegnandomi ancora di più nelle mie attività.
Questo succede ogni volta che un/una idol svela una relazione o anche solo una possibile conoscenza. Oltre alla questione della privacy e di come venga totalmente scavalcata, c’è da riflettere sul ruolo di questi idol che diventano delle figure idealizzate, quasi utopiche agli occhi di persone che li vedono, trattano come loro proprietà.
La voce dei K-nets: il potere dei social media
I k-nets sono l’ago della bilancia. La loro voce plasma l’opinione pubblica e influenza inevitabilmente la vita delle k-celebrities, che si trovano a dover giustificare aspetti normali della loro vita. Le reazioni, i commenti, le azioni di boicottaggio sono armi brandite da un pubblico (in)consapevole dell’impatto che hanno sulla carriera e sulla salute mentale dei loro beniamini. A tal proposito, i social media diventano l’ambiente ideale per manifestare odio, criticare o condannare. Un tweet può essere catalizzatore di ondata di odio, che travolge e ferisce, portando esseri umani a commettere i gesti più estremi.

Non c’è dubbio che siano ancora molti gli ostacoli da superare per scardinare questa mentalità e avvicinarsi a quell’idea di cui parlava Hwasa di una Corea del Sud meno rigida e di idol più liberi. Prima tra tutti dovrebbe cambiare la percezioni che i fans hanno di loro, il peso che quest’ultimi esercitano, il potere decisionale che hanno e che orienta le decisioni delle agenzie stesse. In secondo luogo, la mentalità, le strutture sociali, le convinzioni che portano a percepire come sbagliato la volontà di costruire una famiglia. Servirebbe un cambiamento culturale a tutti gli effetti, un maggiore rispetto per la privacy, per l’autonomia di queste persone, che sono esseri umani, come noi.
E voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!