Ultimamente, le canzoni della prima generazione di K-pop hanno fatto un ritorno sia nelle classifiche che come cover da artisti K-pop.
Una delle ultime canzoni che hanno riscosso un nuovo successo è “Black cat” dei Turbo, dopo la travolgente performance degli Ateez “Immortal Songs: Singing the Legend”.
Ma se vi dicessi che questa canzone ha una connessione con l’Italia?
Tutto ebbe inizio nel 1969, durante l’undicesima edizione dello “Zecchino d’oro”, un festival internazionale annuale di canzoni per bambini, quando fu introdotta per la prima volta la canzone per bambini “Volevo un gatto nero“.
La canzone ebbe fama internazionale e fu tradotta anche in giapponese, vendendo milioni di dischi in Giappone.
“Volevo un gatto nero” versione italiana
La canzone italiana parla di un bambino che voleva un gatto nero e ha deciso di scambiare diversi animali per avere quel gatto nero, ma purtroppo la persona con cui ha fatto un accordo non le ha fornito il gatto tanto desiderato.
Come ultima risorsa, ha offerto alla persona un intero zoo, ma la persona le ha portato un gatto bianco, e alla fine l’accordo non era valido. Eppure, oggi è una delle canzoni per bambini più famose e apprezzate.
La versione dance coreana
La versione coreana realizzata da Turbo e uscita nell’aprile del 1995 ha la stessa melodia ma il testo è stato rivisitato per adattarsi al genere dance e ad un pubblico più maturo.
Il testo esprime il modo in cui la nipotina chiede in modo scherzoso allo zio di sposarla, e lui cerca di farla smettere ma trova il gesto della bambina tenero.
La canzone prosegue poi come se fosse un dialogo tra la nipotina e lo zio e di come lei sia preoccupata per la salute dello zio e di come il fumo faccia male allo zio e che andrà da lui appena finito l’asilo.
Entrambe le canzoni sono ancora molto popolari e apprezzate perché hanno dominato i ricordi di più generazioni.